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Alfonsina Strada: la donna che sfidò il mondo del ciclismo

Aggiornamento: 22 lug

La Gran Fondo Dieci Colli è una manifestazione ciclistica amatoriale. Quest’anno l’evento, organizzato dal Circolo Dozza Asd e svoltosi a Bologna il 2 giugno, è stato dedicato a una grande donna molto determinata, Alfonsina Strada, una delle prime a sfidare gli stereotipi di genere nel mondo del ciclismo. 

Alfonsina Strada: la donna che sfidò il mondo del ciclismo
Alfonsina Strada

Nata il 16 marzo 1891 a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, Alfonsina dimostrò fin da giovane una passione straordinaria per la bicicletta, alla quale non rinunciò mai nonostante le difficoltà e le critiche, ed essendo spesso oggetto di discriminazioni e pregiudizi da parte degli uomini. Alfonsina fu anche una buona moglie e una madre amorevole. Nel 1919 si sposò con Luigi Strada e insieme ebbero un figlio di nome Giuseppe. Senza mai venir meno alle responsabilità familiari, Alfonsina continuò a coltivare la sua passione per il ciclismo e a competere a livello professionale, anche se le fu spesso vietato di partecipare a gare ufficiali. Nel 1911, all’età di 20 anni, partecipò alla sua prima gara, il Giro d’Italia, che all’epoca era riservato agli uomini. Pur non potendo competere ufficialmente, completò l’intero percorso, guadagnandosi l’ammirazione di molti e dimostrando che le donne potevano essere competitive anche in un ambiente dominato dagli uomini. In seguito Alfonsina partecipò a numerose gare ciclistiche in Italia e all’estero, ufficiali e non ufficiali, misurandosi sia con gli uomini che con le donne e dimostrando di essere una ciclista talentuosa, coraggiosa, completa, e soprattutto dimostrando che la passione e la determinazione possono superare ogni ostacolo. Nel 1924 stabilì il nuovo record italiano di velocità, coprendo la distanza di 37,195 km in un’ora. Questo risultato la rese una delle cicliste più celebri del suo tempo.


Alfonsina Strada: la donna che sfidò il mondo del ciclismo
Alfonsina Strada

Con la partecipazione al Giro d’Italia, che suscitò scalpore, Alfonsina - chiamata “la diavoletta” per la sua audacia, intraprendenza e volontà di sfidare le convenzioni sociali dell’epoca - ha aperto la strada a molte donne che desideravano competere nel mondo del ciclismo. Ma la sua carriera è stata fonte di ispirazione per tutte coloro che intendevano e intendono rompere gli schemi e promuovere l’uguaglianza di genere nel mondo dello sport, dimostrando che le donne possono competere al pari degli uomini e che non ci sono limiti a ciò che possono raggiungere.


Alfonsina Strada è scomparsa il 13 settembre 1959, ma il suo ricordo e il suo impatto nel mondo del ciclismo e nella lotta per l’uguaglianza di genere rimangono vivi ancora oggi. La sua storia rimane un esempio di coraggio e di perseveranza per chi vuole andare oltre i limiti imposti dalla società.


Laura Scandellari 

Presidente Fitel Emilia Romagna Aps


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