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CERCANDO LA CORTE SCONTA


di Maria C. Fogliaro, 14 febbraio 2017


Avventura, esotismo, mistero, coraggio e anche un po’ di eroismo: sono questi gli orizzonti che si aprono ai lettori dei romanzi e dei fumetti di Hugo Pratt (1927-1995), maestro abilissimo nel coniugare, attraverso un unico gesto, l’universo immediato delle immagini e il mondo mediato della parola. All’inconfondibile tratto sicuro e deciso, fatto di linee essenziali e di uso di neri marcati o di tenui acquerelli, Pratt affiancò la ricerca approfondita e la narrazione colta, riversando nelle proprie opere tutte le sue passioni: l’amore per la poesia e per i miti letterari scoperti fin dall’infanzia; per la storia, la filosofia, la geografia; per l’esoterismo, per Yeats e la «dorata» fantasia irlandese; per Venezia, e per tutto quanto riusciva ad aprirgli le porte di mondi magici e avventurosi.


Ed è stato proprio grazie a questo connubio unico e indissolubile fra arte e vita; a un’esistenza nutrita da continui viaggi, stimolata da sempre nuove ricerche, e guidata da un indomito spirito di libertà, che mezzo secolo fa è iniziata l’avventura di Corto Maltese, l’eroe  romantico e idealista che ha fatto sognare due generazioni. Era infatti il 1967 quando con Una ballata del mare salato Pratt scuoteva il mondo del fumetto con l’irruzione, in mezzo al Pacifico, del misterioso avventuriero dagli occhi color del miele − nato nel 1887 (così si dice) a Malta da un marinaio inglese e da una zingara andalusa −, ispirato dal ricordo che il fumettista aveva della storia di un marinaio tratta da un film hollywoodiano degli anni Trenta, Il risveglio della strega rossa.


A questo artista dagli interessi poliedrici, lettore e viaggiatore instancabile, e alla sua creatura più amata è dedicata la mostra Hugo Pratt e Corto Maltese. 50 anni di viaggi nel mito, organizzata a Palazzo Pepoli − Museo della Storia di Bologna da CMS.Cultura e Genus Bononiae, con la curatela di Patrizia Zanotti e la collaborazione di Cong−Hugo Pratt Properties. L’esposizione, visitabile fino al 19 marzo 2017, propone oltre quattrocento opere del disegnatore veneziano, fra le quali le 164 tavole originali di Una ballata del mare salato, e alcune storie di Anna della Giungla (1959), Ernie Pike (1961), gli Scorpioni del Deserto (1969), insieme a tante altre.


Obiettivo del percorso espositivo è di penetrare nel cuore del mondo (anche interiore) ricco e complesso, irregolare e avventuroso di Hugo Pratt. Vengono così evidenziati  collegamenti e affinità con i grandi maestri della letteratura e del fumetto che hanno avuto un’influenza determinante nel percorso biografico e professionale dell’artista veneziano: fra i quali Stevenson, Conrad, Kipling, London, Haggard, Yeats, Coleridge, Rimbaud, Zane Grey, Kenneth Roberts, James Oliver Curwood; i grandi esponenti del fumetto, come lo statunitense Milton Caniff e l’argentino Héctor Oesterheld, e i più importanti scrittori latinoamericani, come Leopoldo Lugones, Roberto Arlt, e soprattutto Jorge L. Borges. Mentre il bel documentario di Thierry Thomas Hugo Pratt − Trait Pour Trait (Francia, 2016, 55’) introduce alla vita avventurosa di Pratt, inscindibile da quella del suo alter ego Corto Maltese: dall’infanzia a Venezia; alla giovinezza in Africa orientale, al seguito del padre militare di carriera; agli anni folli in Argentina; fino al ritorno in Europa, dove visse fra Parigi, Londra, l’Italia, e infine la Svizzera, dove morì nel 1995.


Un itinerario che è un viaggio al seguito delle impronte inconfondibili di un Autore eccentrico rispetto alla cultura dominante del proprio tempo − della quale Pratt ha sempre messo in discussione i principi essenzialmente materialistici −, la cui cifra si riconosce nelle tavole disseminate di segni e simboli, fatte da immagini al contempo figurative e astratte, scandite dal vento, da pause, e da infiniti silenzi; quindi, nella maestria di aver saputo tenere insieme la disciplina formale del disegno e della costruzione architettonica del plot e dell’intreccio delle storie con il pathos anarchico dell’avventura. Un omaggio a un cercatore di tesori assetato di vita, capace di liberare le grandi pulsioni giovanili presenti in ogni uomo e di far viaggiare oltre le immagini disegnate, consentendo – come nella Corte Sconta detta Arcana (nota a Venezia come la Corte Botera) – di attraversare soglie che forse non tutti, da soli, sono in grado di oltrepassare. «Quando ripenso − osservava Pratt −  a coloro che mi accusano di essere inutile, e a quello che giudicano utile, allora, a loro confronto, non solo provo piacere a essere inutile, ma ne sento il desiderio». Un invito, quindi, a percorrere terre selvagge, spazi sconosciuti dell’esistenza, dove può insediarsi la forza d’animo che, a dispetto di tutto e di tutti, sempre vince. 



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