In questo ultimo caldo ferragosto 2021, mentre si svolgevano ovunque le allegre feste ferragostane, le agenzie stampa di tutto il mondo iniziavano a battere le terribili notizie giunte dall’Afghanistan: “I talebani sono a Kabul, è la resa dell’Occidente: il presidente in fuga", “Sarà proclamato l’Emirato Islamico“, “I talebani hanno preso Kabul”, “Afghanistan, talebani nel palazzo presidenziale: «Niente governo di transizione»”, questi i titoli dei principali quotidiani nazionali e internazionali.
La resa finale dell’Occidente, a 20 anni dall’arrivo degli Usa, è avvenuta in un lampo, meno di dieci giorni per riprendere l’Afghanistan e meno di 24 ore per occupare Kabul e ottenere la fuga del presidente Ashraf Ghani, così i talebani, in men che non si dica, sono tornati al potere.
E cosi alla vista delle scene negli aerei della salvezza e delle immagini del popolo in fuga all’aeroporto, tutti noi siamo rimasti colpiti, e il senso di impotenza e di rabbia ha pervaso tutti.
Ma quello che ha colpito di più, è la condizione della donna afghana, che nel giro di poche ore si è vista togliere quello che in 20 anni era stato conquistato e concesso.
È da ricordare che prima, nel periodo del Mujaheddin, poi successivamente nel periodo in cui talebani erano al potere, la condizione della donna è mutata in maniera negativa, infatti i talebani iniziarono a censurare tutto il mondo femminile, imposero alle donne obblighi assurdi, impensabili e al di fuori dell'inverosimile: le donne dovevano trascorrere tutto il tempo nella propria abitazione, con la possibilità di uscire solo se accompagnate da un parente maschio.
Il burqa divenne obbligatorio, vietati trucchi, e gioielli. Venne proibito loro di ridere, di lavorare e di frequentare ogni tipo di scuola e di praticare qualsiasi sport, incluso l’uso di qualsiasi veicolo, compresa la bicicletta.
Ulteriori privazioni assurde furono imposte come l’utilizzo dei bagni pubblici, o di scarpe rumorose, pena la fustigazione pubblica.
Naturalmente vennero vietati tutti i contatti con gli uomini compreso il contatto visivo.
Tutto ciò 20 anni fa, con la caduta del regime talebano, le donne hanno migliorato la loro condizione e i loro diritti, hanno potuto finalmente ritornare a scuola, lavorare e avere nuovamente il diritto al voto.
Con la ripresa del potere dei talebani, purtroppo le molte donne afghane sono rimaste nel territorio con i bambini, senza fuggire, restando impaurite e scettiche per quello che potrebbe succedere un domani, non troppo lontano, visto le promesse fatte dai nuovi personaggi al potere.
Anche tutto il mondo occidentale è diffidente sulle promesse fatte in queste ultime ore.
F.I.Te.L. Emilia-Romagna con il Coordinamento Donne F.I.Te.L. e i Circoli associati è solidale a tutte le donne afghane, sostiene una raccolta firma organizzata da Associazione Orlando, Associazione Women, Casa Internazionale delle Donne in modo da poter tutelare il popolo femminile afghano, richiedendo l’apertura dei corridoi umanitari internazionali e poter organizzare altre attività, per non far perdere 20 anni di emancipazione e di diritti, nonché la cosa più importante: la vita.
Di seguito per aderire con la propria firma per poter dar sostegno al popolo femminile dell’Afghanistan scrivere a:
ass.orlando@women.it
segreteria@casainternazionaledelledonne.org
Laura Scandellari