Nel 1997 nasceva a New York, dall’idea del fondatore Andrew Weinreich, il primissimo social network, SixDegrees, il cui motto era “Trova le persone che vuoi conoscere attraverso le persone che conosci già”. La piattaforma permetteva di creare profili e liste di amici. SixDegrees fu chiuso per ragioni economiche dopo soli 3 anni, nel 2000, nonostante i 100 dipendenti e gli oltre 1 milione di iscritti. A SixDregrees seguirono Myspace e Friendster, che a loro volta ebbero una risonanza limitata e finirono travolti dalla nuova creatura che stava per irrompere nel mercato.
Il 4 febbraio di 20 anni fa, a Cambridge nel Massachusetts, Mark Zuckerberg fondava Facebook, piattaforma nata come servizio di social networking per studenti dell’Università di Harvard, poi esteso ad altre università e successivamente al pubblico generale. Il nome prende spunto da un elenco con nomi e fotografie degli studenti delle università americane distribuito alle matricole all’inizio dell’anno accademico con lo scopo di aiutare gli allievi vecchi e nuovi a socializzare. In origine la piattaforma era più popolare tra i giovani, soprattutto tra coloro che frequentavano l’università. Col passare del tempo la sua base di utenti si è diversificata e allargata, e la piattaforma è diventata sempre più pervasiva, cambiando il modo in cui le persone comunicano, condividono informazioni e mantengono relazioni. Facebook ha eliminato i confini geografici, facilitando la globalizzazione delle relazioni sociali tra amici, familiari e colleghi in tutto il mondo. La condivisione delle informazioni e dei contenuti multimediali ha cambiato la dinamica della comunicazione, consentendo a tutti di accedere alle notizie e di diffonderle, di segnalare eventi e opinioni in modo rapido e su larga scala, influenzando i modi di esprimersi, di percepire le tradizioni,
di condividere le esperienze personali e di partecipare alle discussioni online. Oltre a rivoluzionare il settore della pubblicità online, Facebook ha offerto agli inserzionisti la possibilità di raggiungere pubblici specifici, influenzando così i modelli di consumo e gli stili di vita.
Inoltre la piattaforma è diventata uno spazio significativo per condizionare e formare le opinioni politiche e culturali di un’ampia fascia di popolazione. Negli anni recenti ha giocato un ruolo significativo nella diffusione di informazioni e nell’organizzazione di movimenti sociali e politici, utilizzata per promuovere e coordinare manifestazioni, per dare voce a gruppi di pressione e per lanciare messaggi transnazionali, facilitando la discussione su temi cruciali come la diversità, l’inclusione e i diritti civili.
Nel frattempo però si è fatta sempre più impellente la necessità di tutelare la privacy delle persone e la veridicità delle informazioni – aspetti finora ampiamente trascurati dai responsabili delle piattaforme – , anche per combattere fenomeni pericolosissimi come la diffusione delle fake news, il bullismo online, lo stalking e il revenge porn, cioè la persecuzione e la diffusione online di immagini a sfondo sessuale. Alcuni studi suggeriscono inoltre che l’uso intensivo di Facebook può avere implicazioni sulla salute mentale, influenzando l’autostima e il benessere psicologico delle persone più fragili a causa della comparazione e della pressione sociale online.
Mentre si discute di come regolamentare l’uso dei social network per evitare che gli aspetti più negativi prendano il sopravvento, gli esperti di comunicazione denunciano il declino di Facebook negli ultimi anni a favore di altre piattaforme come Tik Tok e Instagram (proprietà di Facebook), specializzate nella condivisione di immagini e video e utilizzate soprattutto dagli adolescenti. Vedremo se tra vent’anni avranno dimostrato la stessa capacità di Facebook di resistere alle mode passeggere e di continuare a influenzare la vita quotidiana di milioni di persone.
Intanto, Buon Compleanno e lunga vita a Facebook!
Laura Scandellari
Presidente Fitel Emilia Romagna