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GIORNATA DELLA MEMORIA: RICORDARE PER NON RIPETERE

“Questa è una storia semplice, eppure non è facile raccontarla, come in una favola c’è dolore, e come una favola, è piena di meraviglia e di felicità”

(La vita è bella)


Roberto Benigni è solo una delle ultime voci che ha provato a raccontare su schermo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale: il razzismo, la deportazione, la morte. Racconti di vite strappate, bruciate sul nascere, per una ragione umanamente condannabile.


Nel 1933 Adolf Hitler diventa cancelliere della Germania. Alla vigilia del secondo conflitto mondiale, nel 1935, promuove le leggi razziali, una serie di regole per conservare la razza ariana e sconfiggere le minoranze. Con una visione dittatoriale, Hitler convince il suo popolo di essere nel giusto e a seguire ciecamente le leggi razziali continuando a aggiungerne sempre di più. Non viene perseguitato solo chi è ebreo ma anche chi lo è in parte o ne prende le difese. I cartelli di vietato l’ingresso agli ebrei e le stelle gialle al braccio iniziano a diffondersi in tutto lo Stato.

giornata della memoria
la stella gialla appesa al cappotto

Incaricati dal Fuhrer in persona, alcuni dei ranghi più alti dell’esercito, finiscono per occuparsi della gestione dei campi di concentramento. Chiamati in vari modi – da campi di lavoro, a campi di transito – i campi di sterminio hanno l’unico obiettivo di eliminare gli internati.


Neri, omosessuali, rom, comunisti, disabili, malati mentali, donne e bambini ebrei, anziani, prigionieri si stimano quasi 17 milioni di morti. Assassinati, sfruttati, violentati la loro vita, se si può ancora chiamare tale, era in mano ai secondini tedeschi che inventavano i modi più sadici per uccidere le vittime. Celebri sono gli esperimenti sui deportati svolti da medici nazisti e l’invenzione delle docce a gas.


Il 27 gennaio 1945 è il giorno in cui gli alleati liberano Aushwitz, il campo di sterminio in cui si stimano più morti. Sui 3 milioni di deportati in Polonia, sede di Auschwitz e Birkenau, vengono salvati solo 350 mila persone. Hitler, i generali dell’esercito e tutti i coinvolti vennero arrestati e processati.


Ogni anno, il 27 gennaio, si celebra la giornata della memoria, 24 ore in cui riflettere su ciò che un uomo è riuscito a fare, in cui pensare a tutte quelle vittime innocenti condannate solo perché diverse.

giornata della memoria
alcuni deportati nel campo di Auschwitz

Le testimonianze dei sopravvissuti aiutano a tenere vivo il ricordo. Se questo è un uomo di Primo Levi descrive la condizione vergognosa dei campi di concentramento, La tregua racconta l’arrivo dell’armata sovietica a Auschwitz. Il diario di Anna Frank vede attraverso gli occhi di una ragazzina appena quattordicenne gli anni della persecuzione, il nascondiglio in una soffitta per sfuggire alle truppe tedesche e la morte per tifo a causa delle scadenti condizioni di vita.


Il racconto di chi è uscito vivo da quell’inferno deve insegnare, a chi non era ancora nato, il significato dell’Olocausto per evitare si ripeta. Quest’oggi, 27 gennaio 2022, non dimentichiamo.


Eleonora Poli



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