Mai come negli ultimi mesi, la sicurezza sul lavoro è stata, tristemente, un tema centrale nelle notizie di cronaca nera. Per non dimenticare le vittime e gli sforzi fatti per trasformare le aziende, l’organizzazione internazionale del lavoro, come ogni anno dal 2003, celebra il 28 aprile la giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro.
L’obiettivo della giornata di quest’anno è un dialogo sociale che coinvolga lavoratori, datori di lavoro, governi e altri attori a favore di una cultura positiva riguardo la sicurezza. I dati hanno riportato un calo degli incidenti e dei ricoveri in tutte quelle sedi dove il dialogo tra le parti è avvenuto in maniera efficace. In generale però questo dato positivo non risolleva la media generale. Come riporta l’INAIL (Istituto nazionale per l’assicurazione infortuni sul lavoro) nei primi mesi del 2022 sono state 121.994 le denunce di infortunio, 114 delle quali con esito mortale. Questo ha portato la curva dei decessi a salire del +9,6%.
Le morti bianche, relative ai lavoratori, denunciate in Regione Emilia-Romagna sono state 11; a livello nazionale inoltre sono in aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 8.080 (+3,6%).
Sono cresciute mediamente del 20% – dice il sindacalista Cisl, Domenico Chiatto – l’aumento è del 18% nell’industria e servizi, ma addirittura del 42% nelle attività per conto dello Stato (sanità, scuola…). Inoltre segnaliamo l’aumento delle denunce di infortuni delle donne: +25%, rispetto al +17% degli uomini. Sia per le une che gli altri crescono gli infortuni in itinere, soprattutto al mattino, quando i tempi sono stretti tra l’accompagnamento dei figli a scuola e il cartellino da timbrare.
La situazione pandemica ha obbligato un aumento dello smart working ovvero del lavoro a distanza, direttamente da casa propria. Ciò ha ridotto gli infortuni e, soprattutto, i decessi ma ha solo dato l’illusione che la situazione generale sia migliorata. Le ore flessibili, infatti, dovute alla non presenza fisica in ufficio hanno dilatato incredibilmente i turni lavorativi e hanno causato una non-distinzione tra il tempo privato e quello lavorativo. Sempre più lavoratori infatti hanno richiesto consulti psicologici.
Con la ripresa delle attività a pieno ritmo post pandemiche, poi, i ritmi di lavoro sono aumentati e, con loro, anche il numero di eventi infortunistici. L’urgenza di portare all’attenzione di tutti l’incremento degli incidenti sul luogo di lavoro non deve solo servire a puntare il dito, ma a acquisire consapevolezza.
Il lavoro è un'attività produttiva, che implica la messa in atto di conoscenze rigorose e metodiche, intellettuali e/o manuali, per produrre e dispensare beni e servizi in cambio di compenso, monetario o meno: questa è la definizione della parola lavoro.
Morire per lavorare non è accettabile e non deve essere la normalità. Per questo a trent’anni dall’approvazione della legge di messa al bando dell’amianto CGIL, CISL e UIL organizzano, oggi 28 aprile, un convegno trasmesso anche in diretta streaming sul canale Youtube del Cnel. I temi centrali della mattinata saranno salute, ambiente e previdenza, pilastri della sicurezza sul lavoro.
Eleonora Poli