Con 125 anni di storia alle spalle, la radio è tutt’oggi uno degli strumenti di comunicazione più usati. Sopravvissuta ai cambiamenti sociali e culturali degli ultimi anni, con quasi 34,5 milioni di ascoltatori nella seconda metà del 2021, la radio resta un mezzo di comunicazione estremamente potente. Attraverso nuove forme di produzione dai podcast, ai radiodrammi, alle dirette streaming, ai canali televisivi dedicati le trasmissioni radiofoniche, con l’aiuto di internet, si sono diffuse ancora di più.
Brevettata da Guglielmo Marconi nel 1897, la storia della radio è tutta bolognese. Marconi comincia a fare i primi esperimenti a appena vent’anni con lo scopo di trasmettere un messaggio da un apparecchio all’altro senza alcun tipo di fili. L’idea rivoluzionaria è fin da subito un successo e, nel giro di pochi anni, riesce a venir brevettata 1897 dall’Ufficio Brevetti di Londra. La paternità tutta italiana dell’invenzione diventa subito motivo di vanto all’estero per il nostro Paese, dopotutto Marconi ha inventato il primo sistema efficace di telecomunicazione a distanza via onde radio.
Il ‘world radio day’, istituito dall’UNESCO, si svolge ogni anno il 13 febbraio, data della prima trasmissione radiofonica. Diluito in varie realtà nazionali e internazionali, la radio è diventato un mezzo quotidiano, spettatore inconsapevole della vita di ognuno. In macchina imbottigliati nel traffico, al centro commerciale durante le compere o in casa mentre si studia, la radio tiene compagnia e allenta la tensione della giornata da più di un secolo.
Una voce amica che ci accompagna inconsapevolmente per tutte le 24 ore. Speaker e trasmissioni diversi si alternano e intrattengono pubblici diversi a seconda di età, occupazione e momento della giornata. I programmi del mattino sono tipicamente gioiosi, con notizie fresche di stampa e novità musicali, quelli della sera, invece, sono più rilassanti con voci calde e aneddoti nostalgici, per chiudere al meglio alla fine della giornata.
Identificato come mezzo di intrattenimento, la radio è sempre stato molto di più. Dal conforto durante gli anni bui della guerra, luogo di scambio per messaggi politici non filtrati e di lotte di classi, fino a piattaforma di lancio per i pezzi musicali poi diventati tra i più famosi. Molto meno costosa delle televisioni, le radio erano presenti quasi in ogni casa e oggi sono alla portata di smartphone.
«I nuovi canali vanno sfruttati» dice Paolo Pedrini di Radio International, la più antica emittente bolognese «negli ultimi anni siamo diventati più attenti all’interesse e alle mode dei giovani, tutto questo ovviamente senza perdere la vera essenza che da sempre la contraddistingue».
Eleonora Poli