Cento anni fa, il 3 aprile 1924, a Omaha nel Nebraska nasceva Marlon Brando, terzogenito del produttore di pesticidi e materie chimiche Marlon Brando Senior e di Dorothy Pennebaker. Il rapporto tra genitori e figlio non è stato facile. Marlon Sr. era un uomo duro e poco affettuoso, alcolista, e per suo figlio nutriva risentimento e rabbia. Dorothy Pennebaker, chiamata Dootie, era un’attrice di teatro e aveva un carattere complicato. Con lei tuttavia Marlon aveva un legame profondo e contraddittorio.
Appena diciottenne il futuro attore si iscrisse ai corsi di recitazione di Stella Adler nel Dramatic Workshop di Erwin Piscator, dove rimase folgorato dal metodo Stanislavskij che affinò poi all’Actors Studio di Lee Strasberg e che utilizzò successivamente nel corso della carriera per creare personaggi complessi e profondi. Il metodo Stanislavskij si basa sulla capacità dell’attore di immergersi totalmente nel personaggio, cercando di vivere le sue emozioni ed esperienze in modo autentico e realistico. Marlon Brando fu uno dei primi attori a utilizzarlo sin dal debutto nei teatri di Broadway, ottenendo un immediato successo. Nel 1951 ebbe il suo primo ruolo cinematografico importante nel film “Un tram che si chiama Desiderio”, diretto da Elia Kazan, dove interpretò il personaggio iconico e rude di Stanley Kowalski, incapace di gestire la sua rabbia soprattutto nei confronti delle donne. Il successo del film trasformò la canottiera maschile in un indumento di culto. Per l’interpretazione magistrale Marlon Brando fu candidato all’Oscar come miglior attore protagonista.
Altri suoi film degni di nota sono Viva Zapata! (1952) e Fronte del porto (1954), sempre diretti da Elia Kazan, Giulio Cesare (1953) diretto da Joseph L. Mankiewicz e primo adattamento cinematografico della tragedia di William Shakespeare, Il selvaggio (1953) diretto da László Benedek. E ancora Il padrino, diretto da Francis Ford Coppola nel 1972, dove il ruolo del boss mafioso don Vito Corleone interpretato in modo magistrale gli ha fatto guadagnare il secondo Oscar come miglior attore protagonista e lo ha consacrato come uno dei più grandi attori di tutti i tempi. Nel 1972 fu anche protagonista di Ultimo tango a Parigi, film scandaloso che diede notorietà al regista Bernardo Bertolucci e alla giovane attrice Maria Schneider. All’epoca fu un’opera molto discussa: oggi è considerato un classico del cinema erotico. Infine Marlon Brando interpretò la figura del colonnello Kurtz nel film Apocalypse now diretto da Francis Ford Coppola nel 1979, che ha vinto la Palma d’oro al 32º Festival di Cannes ed è considerato uno dei migliori film mai realizzati sulla guerra del Vietnam.
Marlon Brando ha a lasciato un’impronta indelebile nel mondo del cinema e della cultura. Il suo talento, la passione e la dedizione hanno aperto la strada a molti giovani attori e ispirato generazioni di artisti. Ma la sua figura va ricordata anche per l’impegno sociale. E’ stato un sostenitore dei diritti civili e dei diritti degli indigeni americani, ha combattuto il razzismo nel mondo dello spettacolo e ha preso posizione su questioni importanti - ad esempio la disuguaglianza e la povertà - utilizzando la sua fama per sensibilizzare l’opinione pubblica. Per tutto questo auguriamo a Marlon Brando un felice centenario e continuiamo a celebrare il suo straordinario talento.
Laura Scandellari
Presidente Fitel Emilia Romagna