Non sarà un Capodanno come gli altri per il Brasile. Quel paese pieno di colori e musica ricorderà con grande amarezza il 2022 come l’anno in cui si è spenta la sua stella più luminosa. Edson Arantes do Nascimento, conosciuto ai più come Pelé, è morto dopo una lunga malattia a 82 anni.
O Rei è stato “calciatore del secolo” per la FIFA e il comitato olimpico, “pallone d’oro onorario” e “pallone d’oro FIFA del secolo”, ma per i brasiliani O Rei era semplicemente Pelè. Quel ragazzino che si allenava con le scarpe bucate nei campi sterrati nelle campagne di San Paolo.
A soli 17 anni diventa la stella del Santos, un centrocampista impossibile da afferrare. Ma è nel 1958 che questo ragazzino conquista il mondo, con la casuale maglia numero 10, segnando uno dei gol più belli al mondo. Incoronato dalla FIFA come terzo gol più bello (dopo la mano di Dio ovviamente), O Rei incanta l’avversario facendo passare il pallone sopra la sua testa come solo un pifferaio sa abilmente fare. Con 1281 reti in sole 1363 partite Pelé segna anche il record di maggiori gol in carriera. Appende gli scarpini al chiodo nel 1977 dopo aver vinto tre mondiali (1958, 1962 e 1970) e innumerevoli partite.
"Sono conosciuto più di Gesù” dice in un’intervista "Anche se è una cosa blasfema c'è una logica. Io sono cattolico, e so cosa significhi Gesù con i suoi valori. Ma il mondo è pieno di gente che crede in altro: in Asia, ad esempio, ci sono centinaia di milioni di buddisti. Magari non sanno chi è Cristo, ma di Pelé hanno sentito parlare...".
Ritratto in opere di Andy Warhol, in testi di canzoni dei più grandi parolieri, in film di registi all’epoca sconosciuti e ora agli apici di Hollywood, Pelè conquista il posto nella rosa dei personaggi più influenti al mondo. La sua fama e il suo valore di uomo semplice e appassionato permisero anche eventi storici inimmaginabili come la leggenda della tregua per 48 ore tra Nigeria e Biafra concessa per vedere la partita del Re.
I messaggi di cordoglio arrivano da ogni angolo del mondo, dal Maracana illuminato per tutta la notte alla Nasa che gli dedica una galassia con i colori del suo Brasile. Se non l’avesse notato quell’ex membro del Santos, O Rei avrebbe comunque trovato il modo di uscire dal suo povero quartiere e solcare la vetta del mondo. In appena 25 anni di carriera, Pelé è stato capace, con solo il suo talento e la sua determinazione, di trasformare quella palla di stracci e fango in un pallone d’oro, cambiando per sempre le sorti del calcio.
Eleonora Poli