Sono davvero poche le pubblicazioni edite da un ente non profit che raggiungono il traguardo dei cinquant’anni di vita. Per questo il Circolo Giuseppe Dozza Tper Aps ha voluto festeggiare questo speciale compleanno della propria rivista. Pubblicato da gennaio 1974, il periodico del Circolo nasce come “L’Informatore”, per trasformarsi nel 1992 nell’attuale “Nuovo Informatore”.
La presentazione firmata dalla Redazione sul primo numero recita:
“Il Consiglio Direttivo del Circolo, al fine di poter meglio informare i soci e loro famigliari delle varie iniziative e manifestazioni che il Circolo organizza, da solo o assieme ad altri enti e Circoli, ha ritenuto opportuno dar vita al presente foglio che vi verrà inviato a domicilio con periodicità mensile. L’informazione non è il solo scopo che ci siamo prefissi, ma al tempo stesso intendiamo occuparci anche dei problemi socio-politici e più specificatamente di quelli inerenti al tempo libero e infine parlarvi delle decisioni del nostro Circolo. Confidiamo inoltre nella collaborazione di tutte le branche sportive, ricreative e culturali e di tutti i soci perché ci inviino materiale da pubblicare e suggerimenti vari, per arricchire maggiormente lo scambio di esperienze e di attività, senz’altro utili a un miglior funzionamento del Circolo.”
In questi cinquant’anni il “Nuovo Informatore” ha raccontato la vita del Circolo e delle e dei suoi soci, dipendenti ed ex dipendenti dell’azienda trasporti prima di Bologna e poi di Bologna e Ferrara, e le sue interconnessioni con la città.
Sotto i portici di via San Felice sono passate generazioni di conducenti di linea, mentre il loro lavoro mutava sempre di più, così come la loro composizione sociale, che ha visto sempre più donne presenti, fusioni e modifiche aziendali, immigrazioni da altre regioni, stati e continenti. Così come sono cambiati i mezzi e le strade percorse quotidianamente.
Nei dieci lustri di vita del “Nuovo Informatore” si sono trasformati profondamente anche Bologna e il suo territorio, segnati da eventi epocali quali il Movimento del 1977, le stragi tra cui quella della stazione di Bologna vissuta in prima persona dai conducenti di mezzi pubblici, gli anni della Uno Bianca, il terremoto del 2012, la pandemia, le alluvioni di questi ultimi anni. Grandi accadimenti accompagnati da storie quotidiane, che il giornale del Circolo ha riportato all’interno delle proprie pagine, così come l’impegno costante del proprio corpo sociale in ambito solidaristico, di inclusione, culturale e sportivo.
L’anniversario del “Nuovo Informatore” è stato celebrato con una mostra, allestita presso la Galleria d’Arte e Cultura del Circolo “Il Punto”. Sono state esposte le riproduzioni di una trentina di copertine della rivista, che hanno permesso di ripercorrere questo mezzo secolo di cronaca. Una continuità e solidità di racconto testimoniata anche dal fatto che in questi cinque decenni i direttori responsabili che si sono avvicendati al timone della redazione sono stati solo quattro: Paolo Carta, Primo Mingozzi, Donato Ungaro e da maggio 2015 ad oggi Marco Tarozzi. Tante le firme, anche prestigiose, che hanno scritto per il “Nuovo Informatore”, così come tanti soci e socie, narratori e protagonisti di questa lunga storia e del suo prosieguo. La mostra ha avuto il patrocinio della Regione Emilia Romagna, della Città Metropolitana e del Comune di Bologna, di Tper Spa, dell’Ordine regionale dei giornalisti e di Fitel Emilia Romagna.
Particolarmente emozionante il finissage martedì 22 ottobre: il direttore responsabile Marco Tarozzi ha raccordato le letture di articoli della rivista e brani dei Bohaus Generation, magistralmente interpretati da Saverio Mazzoni. Tra gli articoli, scritti da soci attivisti della struttura, hanno intensamente commosso e colpito il pubblico presente sia quello riguardante la ferita mai rimarginata della strage del 2 agosto 1980, pubblicato in occasione dell’anniversario dei 40 anni, sia uno uscito nel 1994 sulla necessaria salvaguardia del territorio, intitolato “La rivincita del badile”, letto a pochissime ore dalla ulteriore grave alluvione che ha colpito Bologna sabato 19 ottobre.
Parte della mostra rimarrà esposta all’interno dei locali del circolo. Quindi chi se la fosse persa può ancora recuperarla.
di Maria Esmeralda Ballanti